Voglio parlare con Aldo Moro

Drammaturgia, testo e regia

Enzo G.Cecchi

con (produzione 2012) Anika Schluderbacher, Beatrice Uber, Maria Vittoria Barrella, Emilia Bonomi

con (produzione 2011) Giuliana Pojer, Consuelo Ferrari, Ilaria Bazzanella, Umberta Bazzanella

ricerca storica

Enzo G. Cecchi — Sergio Paolazzi


Quella di Firenze del 4-5 novembre 1966 rimane l'alluvione più conosciuta, più drammatica e più "medianizzata". Ma in tutta Italia già da agosto ci sono diversi segnali di allagamenti e smotamenti. Fra le altre città importanti anche Trento viene sconvolta dalle acque. Però nelle valli, zona orientale, la situazione è ancora più disastrosa e devastante. Il torrente Avisio che già ad agosto aveva tracimato rimaneva sempre a livelli di guardia pericolosi. E così anche l'invaso di Stramentizzo e le colline che avevano già mostrato segni di cedimento. Finita la tragedia, l'allora capo di Governo onorevole Aldo Moro si reca a visitare le zone disastrate. Bambini schierati, discorsi delle autorità e la frase: "di cosa avete bisogno?" — "di tutto eccellenza". Da allora sono rimasti un paese mai più abitato, un ponte mai più ricostruito, orti che sono ridiventati boschi, alcune fotografie che hanno fatto il giro del mondo, il ricordo delle persone che c'erano e le ferite non rimarginate di chi allora ha perso tutto. In una foto ci sono alcune donne che si avvicinano intimorite e con gli occhi bassi ad Aldo moro, in un'altra una donna accasciata dalla fatica. Nei fatti e nei documenti non si parla di donne, si parla della tragedia, si parla dei danni e dei morti, si parla degli uomini. Con questo spettacolo abbiamo vogliamo raccontare un anno, quello che è successo in Italia e nel mondo per stringerci un poco alla volta a quei giorni del 4 e 5 novembre 1966. E lo abbiamo voluto raccontare con la voce di quattro donne. Una signora,bambina in quell'anno e tre ragazze che nel 1966 non erano ancora nate. Qualche volta ci siamo appellati ai ricordi, ma principalmente ci siamo attenuti ai fatti e li abbiamo raccontati, rivisitati a volte. Con la mente, il cuore e il volto di quattro donne di oggi. E assieme abbiamo deciso che per parlare di allora, di quella alluvione che ha distrutto tutto, non volevamo gli abiti della miseria, della fatica e del lavoro. Volevamo degli abiti eleganti per il ricordo e per un tributo alle donne con gli occhi abbassati di allora.



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