PORTO ATLANTIDE
Sette prologhi per morire e rinascere

testo e regia
Enzo G. Cecchi

con
Enzo Cecchi, il Prete
Marco Zappalaglio, Milady

Produzione
Piccolo Parallelo

Prima rappresentazione: Festival "Narni Opera Prima", 4 luglio 1989


DALLA SCHEDA DELLO SPETTACOLO


«Porto Atlantide - una favola in sette prologhi dedicata al teatro; è nato in un momento di odio e di abbandono senza nessuna voglia di raccontare. Il testo in sette prologhi scritti in torma dialogante chiedeva due figure che gli dessero un corpo. Il Prete e Milady che agiscono in scena sono alcuni dei tanti possibili travestimenti di cui avremmo potuto servirci. Abbiamo posto il Prete e Milady su di una zattera che va alla deriva verso un ipotetico porto. Volevamo una situazione drammaturgica senza un apparente sviluppo narrativo. È la continua ripetizione che determina i tempi dello spettacolo. Un tempo che è unicamente il presente nel quale convivono il passato e un possibile futuro... non è un punto di rottura con il nostro lavoro, è solo una sosta necessaria. Falsa, ma sincera».


RILIEVI


Dei nostri spettacoli, quelli che amiamo di più sono quelli nati da situazioni di emergenza e di rottura. Uno di questi è Porto Atlantide. Ci chiamavamo ancora "PICCOLO PARALLELO PORTO ATLANTIDE" abbiamo tolto parte del nostro nome per regalarlo allo spettacolo che è il primo interamente nato in provincia di Bergamo. Come diciamo nella scheda, è una sosta, una produzione rabbiosa e scazzata che abbiamo voluto come nostro regalo a Giuseppe Bartolucci, ma forse era troppo avanti per Narni - Opera Prima (che fra parentesi noi e gli altri magnifici quattro dell'ultimo polo di Bartolucci, frequentavamo già da tre anni). Avevamo voglia di essere pazzi e snob. Cosa meglio di un prete e di una puttana vestita da Milady anni '30 alla deriva su di una zatteraccia pieni di orpelli d'oro e di fiori e altre cosacco tali che ricordassero anche un magazzino teatrale? Sputavamo con allegria su di un mondo teatrale cui inevitabilmente e storicamente avremmo dovuto approdare, per andare da altre parti. Avevamo già abbandonato Bologna e uscivamo malconci dall'esperienza di "Monomaniacaltango" e stavamo lavorando già sul nero e disincantato "Folk ti trai". "Porto Atlantide" doveva avere i colori nero, oro e rosso di garofani e rose. Mai abbiamo rasentato la sincerità come in questo spettacolo così bugiardo in cui non si capiva se era più travestito il Prete sempre seminudo, bagnato e amante di musica classica che ascoltava in cuffietta o Milady (il cui vestito anni '30 ci è costato una follia) che cantava ad inizio di ogni prologo arie di opera. È chiaro che il premio "Narni Opera Prima" che l'anno precedente avevamo vinto con "Martèn" ad ex-equo con gli altri magnifici quattro, non è toccato a noi.


NOTE DI REGIA


Tutti i materiali diPorto Atlantidesono recuperati da altri nostri spettacoli, le preziose stoffe che ricoprivano la zatteraccia scippate ad una vecchia zia. La drammaturgia era composta da sette prologhi dall'inizio sempre uguale per uno spettacolo o per qualcosa che non arrivava mai. Un'opera geniale che il nostro pudore, la nostra timidezza fuori dalla scena e il nostro "mandaffanculo il mondo" ci hanno impedito di difendere a costo del sangue.


NOTE DI CRITICA


«Sincero fino all'osso della finzione il rapporto dei due protagonisti diPorto Atlantidecome nei migliori esempi di lunga convivenza teatrale, dipana nel corso della pièce un intreccio ambiguo di complicità e odii, miserie quotidiane e astrazioni visionarie».
LA REPUBBLICA, Nico Garrone

«Fra cavatine d'opera e canzoni d'autore i due interpreti danno vita ad un affascinante spettacolo teatrale ricco di suggestioni e caratterizzato da una inquietudine persistente come quella che percorre il Teatro di ricerca».
L'UNITÀ, Andrea Adriatico

«... col PORTO ATLANTIDE di Piccolo Parallelo è apparsa la ferocia ingioiellata. Un odio che, col corrispettivo d'amore, ha scandito i rapporti di una coppia allo sfascio. Tra vocalizzi, tra melodramma e silenzi ostinati, soffiando sullo scandalo in mezzo a tonache e prostitute».
LA NUOVA SARDEGNA, A.Porru

«II Prete e Milady (i due personaggi della pièce) assomigliano molto alle due zerbine di Genet, due esseri finti che tradiscono continuamente la loro finzione, innamorati del loro odiarsi. I due amano molto Genet e Genet amerebbe molto "Porto Atlantide"».
HARTA, bimestrale di cultura, Alessandro Lay






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