LE SCARPE DI GOMMA
(dal dopoguerra agli anni ´50)

ricerca storica, drammaturgia,
regia, scelte musicali
ENZO G. CECCHI

con
Enrica Fontanini
Luciana Mandotti
Giorgia Scalmani
Salvo Trovato
Tommaso Urselli

nel ruolo del prete
Enzo Cecchi

voci registrate
Rosalba Schiavini E Cesare Pavesi

cura e organizzazione
GianMarco Zappalaglio

Prima rappresentazione : Pianengo (Cr) - 20 giugno 1997

“SCARPE DI GOMMA” è il secondo spettacolo di un progetto che riguarda alcuni aspetti della storia e della cultura cremasca. Nell’estate ‘96, il fenomeno dei “famèi” ( ragazzini che fino ai primi del ‘900 venivano mandati garzoni presso famiglie di contadini) aveva costituito lo spunto per lo spettacolo “CONTADINI, SERVI, FAMÈI”. Abbiamo raccontato attraverso stereotipi (il matto, la famiglia contadina, la famiglia padronale, il fattore) il periodo fra la prima guerra mondiale e l’inizio del fascismo. “SCARPE DI GOMMA” racconta alcuni momenti di un paese cremasco dal 1945, dopo la fine della guerra, fino al primo gennaio del ‘48, giorno in cui entra in vigore la Costituzione italiana. Storie di piccola quotidianità per raccontare il cambiamento delle donne. In scena sei attori. I tre personaggi femminili sono sorelle: ERNESTA, contadina-operaia sposata con LEANDRO piccolo imbroglione e fannullone. ANNA, la più giovane, vuole dimenticare la guerra e si fidanza con NEVIO, uno sbandato che aveva trovato riparo a casa loro. TONINA, la più grande, apparentemente più dolce, è la più inquieta. In fabbrica ha imparato a leggere e a scrivere e ad interessarsi di politica. Di fianco a queste donne e uomini, perennemente presente, un prete. Il titolo è dato dalle prime scarpe nuove che nella povertà del dopoguerra TONINA riesce a regalare ad ANNA un paio di SCARPE DI GOMMA, subito rotte il giorno dopo.

ENZO G. CECCHI


RILIEVI


Il titolo “SCARPE DI GOMMA” nasce dal racconto di una signora, ragazza nel dopoguerra che finalmente riesce a comprarsi un paio di scarpe nuove di gomma che dopo un giorno sono già rotte. Il progetto , naturale prosecuzione di “CONTADINI SERVI FAMEI” prende in considerazione gli anni del dopoguerra fino ai primi anni cinquanta. Tutto attraverso gli occhi e la vita della provincia , in particolarmodo le zone del cremasco. La guerra con il suo carico di morti, di distruzione e atroci divisioni ha creato il campo per una nuova ricostruzione che inizia lentamente pur in un clima di rancori e voglia di resa dei conti non sopite. Ancora non so quale impatto abbia provocato nel cremasco per esempio il referendum “repubblica-monarchia” del 46 o la possibilità del voto alle donne sempre del 46. So che in tutto il nord e anche nella zona cremasca erano iniziati già dal ‘44 grosse agitazioni nelle fabbriche e che il ruolo delle donne è profondamente cambiato. Poco prima della fine della guerra il lavoro delle fabbriche cremasche vedeva occupati in situazioini di turn-over ragazzi dai 14 ai 16 anni e uomini al disopra dei 35 anni e si preferiva assumere personale già specializzato -anche da altre regioni- invece che crearlo in fabbrica. Le donne iniziano lavori inpensabili prima di questo periodo. Con la fine della guerra e il ritorno dei soldati la situazione è ancora più drammatica. Se a livello pubblico ci sono la mancanza di lavoro, gli scontri, le divisioni e le lotte con le diverse aderenze ai partiti; a livello privato possono esistere scontri altrettanto drammatici dato che la donna non può e non vuole più rinunciare alla emancipazione ottenuta. Con la ricostruzione ed il lavoro, le forze padronali ancora in bilico con il passato, vogliono mantenere un rapporto assoluto e paternalistico con i propri dipendenti. Così la “mamma-fabbrica” (ricordiamo fra le più grosse industrie del cremasco la Ferriera, la Galbani, la Everest e l’Arrigoni) vuole il controllo della vita lavorativa e privata del proprio dipendente intervendo in campo sociale con bisogni che nè lo stato nè la società possono ancora offrire. Nascono i dopolavori aziendali, le gite organizzate in pullman e le colonie marine e montane per i bambini. Questo è un po' il quadro della ricerca; per quanto riguarda lo spettacolo, per ora ho solo alcuni immagini e dei punti fermi. Per quanto riguarda le immagini penso ad un soldato che torna dal fronte e si scontra con la moglie che in Ferriera gli ha “rubato” il lavoro. O ancora il soldato che vuole continuare a fare il contadino e la moglie lo spinge a cercarsi un lavoro in fabbrica così nel tempo libero puo’ lavorare la terra. La ragazza della campagna che per non consumare le scarpe ,cammina scalza fino all’ingresso della festa e anche la ragazza che riesce a comperarsi un paio di scarpe nuove, ma di gomma. Il fidanzato che si fa prestare la bicicletta per andare dalla morosa e quando riusciranno a sposarsi nei primi anni 50, lui sarà riuscito ad avere in prestito una lambretta, lei avrà cucito il suo vestitino da sposa. Ed infine il bambino che piange e viene caricato sul treno per andare in colonia. Il punto fermo è che con ognuno degli attori, così come in “Contadini servi famèi” lavorerò ad uno stereotipo di personaggio in modo da dare un quadro complessivo della società in quegli anni. Gli attori previsti saranno otto/dieci, di cui cinque scelti fra quelli che già hanno lavorato per “Contadini servi famèi”, gli altri saranno scelti fra le diverse compagnie teatrali o di danza del Cremonese.A questi vanno aggiunti alcuni bambini.


FASI DI LAVORO


Piccolo Parallelo - Teatro G. Galilei di Romanengo - Camera del Lavoro di Crema
Provincia di Cremona- Comuni di Pianengo, Sergnano, Spino D’Adda, Romanengo


NOTE DI REGIA


“LE SCARPE DI GOMMA” è il secondo spettacolo di un progetto che riguarda alcuni aspetti recenti della storia e della cultura cremasca. Nell’estate 96, il fenomeno dei “famèi” (ragazzini che fino ai primi del 900 venivano mandati garzoni presso famiglie di contadini) aveva costituito lo spunto per lo spettacolo “CONTADINI, SERVI, FAMÈI”. Abbiamo raccontato attraverso stereotipi (il matto, la famiglia contadina, la famiglia padronale, il fattore) il periodo fra la prima guerra mondiale e l’inizio del fascismo. “LE SCARPE DI GOMMA” racconta alcuni momenti di un paese cremasco dal 1945, dopo la fine della guerra, fino al primo gennaio del ‘48, giorno in cui entra in vigore la Costituzione italiana. Storie di piccola quotidianità per raccontare il cambiamento delle donne. In scena sei attori. I tre personaggi femminili sono sorelle: Ernesta, contadina-operaia sposata con Leandro piccolo imbroglione e fannullone. Anna, la più giovane, vuole dimenticare la guerra e si fidanza con Nevio, uno sbandato che aveva trovato riparo a casa loro. Tonina, la più grande, apparentemente più dolce, è la più inquieta. In fabbrica ha imparato a leggere e a scrivere e ad interessarsi di politica. Di fianco a queste donne e uomini, perennemente presente, un prete. Il titolo è dato dalle prime scarpe nuove che nella povertà del dopoguerra, Tonina riesce a regalare ad Anna. Di gomma e subito rotte il giorno dopo.

ENZO G.CECCHI







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